GIANNI CUSUMANO - AUTORE APPESO -

giovedì 17 giugno 2010

Una buona poesia


Una cattiva poesia
non dorme nel tuo letto,
non ti asciuga il sudore dalle spalle
col respiro
dopo una notte umida
prestata alle fiamme.

Una cattiva poesia
non ti scava negli occhi,
non geme cavalcandoti l'anima,
non ti allunga un braccio sul collo
per proteggerti
dall'inferno.

Una cattiva poesia
non è il leone che ti danza sullo stomaco,
non è la tigre che ti artiglia le spalle,
non ha l'odore selvatico
della vita
tra i capelli.

Una cattiva poesia
non ti offre da bere,
non ti paga da mangiare,
non ti riporta a casa sano e salvo
e poi ti dice
“TI AMO”.

Una cattiva poesia
non da soldi in prestito
e parla la lingua degli imperi,
ascolta cattiva musica
e spera sempre che tu abbia
un buon lavoro.

Una cattiva poesia
non ha il sorriso dell'eternità dorata tra i denti,
non ha mai letto Kerouac
né mai letto Hemingway,
e non alleggerisce il carico di sconfitte
che porti sulle spalle.

Una cattiva poesia
non aspetta che sia tu il primo a parlare,
se ne intende di misure
e preferisce le rime alle parole,
una cattiva poesia
da tutto per scontato.

Una cattiva poesia
ha sempre fretta di andare,
si spegne con lo schermo del computer,
scivola via con la merda nel cesso,
una cattiva poesia
secca come un preservativo al sole.

Una cattiva poesia
è sulla bocca di tutti,
è una puttana pesta incatenata a un letto,
è un'inserzione sporca sul giornale della domenica,
è il premio della critica
sullo scaffale delle offerte.

Una cattiva poesia
non ti asciuga la gola,
non ti secca la lingua,
non ti rende povero,
una cattiva poesia
non ti buca il fegato.

Una cattiva poesia
non è un incubo,
non è una corda che trema sul vuoto,
è una rassicurazione,
una cattiva poesia
è un conto in banca.

Una buona poesia
è un cuscino di pietre
su un letto di spilli,
una buona poesia
non sfiora l'anima,
colpisce a morte e basta.

Una cattiva poesia
non è una buona poesia.

Una cattiva poesia
è roba da poeti.

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