GIANNI CUSUMANO - AUTORE APPESO -

martedì 29 giugno 2010

Zanzare da compagnia


Mi sono messo comodo, stasera o signore,
senza chiederti il permesso.

Accendo una sigaretta
e mi godo il silenzio,
mi godo il vento e la birra,
mi godo il buio del mondo,
mi godo il riposo degli uccelli
e degli uomini
o signore,
senza chiederti il permesso.

Dovrei trovare la forza e alzarmi da letto,
preparare un caffè,
dimenticare il bruciore al culo e,
MAGARI,
andare al cesso a cacare.

Dovrei lavarmi le mani,
ricordare di buttare via l'immondizia,
comprare del cibo,
mantenermi in vita,
darmi da fare
e lavorare sodo.

Dovrei risparmiare quanto basta
per stringere la mano
di mia moglie
e aiutarla a spingere fuori
il nostro amore viscido
e sporco di sangue,
evitando di vomitare.

Dovrei svegliarmi presto
e provare a radermi
senza tagliarmi;
badare d'aver preso le chiavi,
le bollette,
la lista della spesa,
le ricette del dottore,
dire in fretta “Ti amo”
e poi
mettere in moto
e accompagnare il ragazzo
al suo primo giorno di scuola.

Anno dopo anno
dovrei fingermi orgoglioso
del suo ottimo rendimento
mentre la pubblica istruzione
gli spappola il cervello,
e dopo,
molto dopo
augurargli di finire meglio del padre
e far finta
che la torta sia stata di mio gradimento
nonostante la candelina
N.18
si sia sciolta proprio sulla fetta
che toccava a me.

Dovrei affrettarmi
e andare a votare,
guardarmi meno allo specchio
e forse
tenere la barba,
perché il grigio
mi fa più saggio.

Dovrei tentare di fare l'amore,
non farmi seppellire da un orgasmo,
tenere d'occhio i risparmi
e non viaggiare troppo:
mai sarebbe meglio.

Ancora,
dovrei smetterla
di piangere ai funerali dei vecchi,
smetterla di fumare e di bere,
smetterla col troppo sale
e smetterla anche con l'amore.

Dovrei smetterla con
l'ostinazione dei vivi
e lasciarmi finalmente andare,
annegare placidamente nel letto
mentre indovino
la risposta esatta
al quiz in TV.

La mia personale scalata al milione.

Dovrei fare tutto questo
ma stasera
mi sono messo comodo, o signore,
senza chiederti il permesso.

Aspetto le parole.

Ci sono il vento e le zanzare
a tenermi compagnia.
E anche se le parole
non arriveranno,
poco importa.
Questa sedia
sembra tanto
più comoda.

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