La città urla,
la città sanguina,
la città abbaia.
La città cinguetta motivetti indiani
acquattata nell’ombra,
la città aspetta.
Tu rincorri parole,
le parole ti sfuggono,
tu costruisci carceri sicure
ma questo non ti rassicura.
Tu hai un debito con l’uomo della birra,
ti sdebiti bevendolo a colazione
e a pranzo
e a cena,
tu sei un uomo con la merda fino al collo.
La città si chiede cosa succede,
rantola,
squittisce nei vicoli sparsi di luce,
si riflette negli occhi del vizio
di bimbi tirati a lucido
come sportelli di auto
extralusso.
Ti fermenta dentro,
la città,
ulula al tuo cuore
come un lupo aggrappato
alla notte.
La città prega e si fa benedire,
la città devota,
la città a credito,
la città trascinata dai capelli
che batte sui tasti di un marciapiede sordido
che tu chiami “ispirazione”.
La città.
Questa dannata città.
Possa Iddio passarci il resto dell’eternità.
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