Fossi un poeta
comincerei a fare i conti
con quello che ancora non marcisce
dentro al frigo,
piuttosto che dire la mia
sulla questione politica del momento.
Fossi un poeta
preferirei incollare gli occhi su un muro bianco
e immaginare il mondo a modo mio,
piuttosto che guardarlo annaspare
roteando
per le sponde dell’universo.
Fossi un poeta
farei in modo di trattenere la merda
dentro allo stomaco
quanto basta
per provare ancora qualcosa di vero
e rivelatore.
Fossi un poeta
baderei al mio bicchiere
come fosse il più prediletto dei figli
e farei in modo
di non fargli mancare mai nulla.
Mai.
Fossi un poeta
la smetterei una buona volta di atteggiarmi a poeta
e penserei invece
ad annusarmi la pelle delle dita
per capire che odore fa l’umanità
quando fallisce.
Fossi un poeta
troverei il tempo di lavare i calzini sporchi
e di strizzar la via la merda dalle mutande;
di gettar via le bottiglie andate
e lasciar cadere la fronte sulla mano,
in segno di resa.
E via via,
dimenticare.
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