GIANNI CUSUMANO - AUTORE APPESO -

sabato 7 maggio 2011

Fossi un poeta


Fossi un poeta

comincerei a fare i conti

con quello che ancora non marcisce

dentro al frigo,

piuttosto che dire la mia

sulla questione politica del momento.


Fossi un poeta

preferirei incollare gli occhi su un muro bianco

e immaginare il mondo a modo mio,

piuttosto che guardarlo annaspare

roteando

per le sponde dell’universo.


Fossi un poeta

farei in modo di trattenere la merda

dentro allo stomaco

quanto basta

per provare ancora qualcosa di vero

e rivelatore.


Fossi un poeta

baderei al mio bicchiere

come fosse il più prediletto dei figli

e farei in modo

di non fargli mancare mai nulla.

Mai.


Fossi un poeta

la smetterei una buona volta di atteggiarmi a poeta

e penserei invece

ad annusarmi la pelle delle dita

per capire che odore fa l’umanità

quando fallisce.


Fossi un poeta

troverei il tempo di lavare i calzini sporchi

e di strizzar la via la merda dalle mutande;

di gettar via le bottiglie andate

e lasciar cadere la fronte sulla mano,

in segno di resa.


E via via,

dimenticare.

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