GIANNI CUSUMANO - AUTORE APPESO -

martedì 9 marzo 2010

Cronache dal Vulcano - Disgusto e soldi spesi male -

Quindici giorni senza possibilità d'appello

L'unico ricordo nitido è un cavallo furioso a zampe all'aria che minaccia di saltarmi addosso. Quattro in macchina, tre indigeni e uno sconosciuto: io. Chiedo della marijuana e un vecchio quartiere ottocentesco è quello che mi aspetta. Ero stato avvertito a riguardo da un mio cugino.
Uno del sud senza abbastanza peli in viso. Sgommiamo intorno al quartiere due, tre, quattro volte. Strade sporche e scure, zuppe di piscio e silenzio. Complicità criminale nell'aria. Paura.
Più avanti, uno fermo a un palo che somiglia tanto a un palo ci urla dietro che quello che vogliamo “ce l'abbiamo scritto in fronte.” Non ha tutti i torti.
Quel che resta di un trentenne ci segue da dietro, su un vecchio scooter anni '90. Aspetta i soldi, i nostri. Si affianca al lato guida e il pilota lo paga. Il pilota ha un pezzo d'acciaio sterile che gli perfora il labbro inferiore da parte a parte. Bestemmia, dice che il il pusher fa lo stronzo. La donna che gli siede accanto risponde qualcosa in lingua. Non capisco cosa ma penso sia una rassicurazione. “Non c'è da preoccuparsi.” Me ne convinco mentre mi tengo stretto alle parole di Tim. Più avanti, nei pressi di un divieto d'accesso, l'erba è finalmente nelle nostre mani. Scappiamo di corsa. Scorriamo le zolle brune dell'inferno sui nostri pneumatici animati a gas mentre Buckley ci sta dietro. Poi un ragazzino barbuto su un vecchio “Si” ci scorta giù fino all'uscita.
Poi la nebbia. E nient'altro.

Due o tre giorni dopo


Litri di vino e peccato. Risvegli unti d' olio extra vergine su spaghetti che non ci appartengono. Uno spreco. Con le cispe agli occhi io e la mia compagna ci sussurriamo parole di conforto. Quella roba appiccicata sul pavimento non può essere nostra. Ci deve essere stato uno sbaglio. Siamo entrambi battezzati, educati come tutti all'ombra del crocefisso. Dio perdoni i nostri peccati! E cancelli dalla faccia della Terra le palle di pregiudizio ambulanti. Ce lo devi, per Dio! Non mi sono mai piaciuti i criptici, se capite quello che voglio dire... Ma questo non mi ha mai impedito di sgrassarmi la pelle sotto la doccia cantando lodi a nostro Signore. Capite quello che voglio dire? Le preghiere scivolavano via nello scarico insieme alla schiuma sudicia. Capite? Il corpo di Cristo per un trans bruciacchiato. Un affare.

E alla fine?

Nulla. Disgusto. E soldi spesi male.

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